Gli ultimi anni sono stati i più caldi mai registrati (2015, 2016 e 2018 secondo i dati delle Nazioni Unite e della NASA) e sempre più cataclismi meteorologici mostrano come il cambiamento climatico non sia più un’ipotesi futura, ma un fenomeno attuale. Il passaggio da un habitat all’altro costringe la società ad adattarsi, a migrare o a resistere, fissando indelebilmente le mutazioni artificiali sull’ambiente. Nel prossimo futuro, le vacanze dei nostri sogni potrebbero non essere più le stesse.
Questo progetto, sviluppato tra le Dolomiti (2015-16), Israele e Territori Palestinesi Occupati (2017-18), Canada, Groenlandia e Islanda (2018), ed infine Maldive (2021) ha lo scopo di esplorare come il settore turistico stia reagendo agli effetti dei cambiamenti climatici. Anche se si tratta di un settore apparentemente marginale, il turismo rappresenta il 10% del PIL mondiale e le vacanze rappresentano ancora uno status symbol della classe media mondiale. Questo progetto cerca di analizzare, con un approccio ironico, un tema di importanza globale: gli effetti dei cambiamenti climatici sul nostro stile di vita.
Sulle Dolomiti, milioni di visitatori sono già abituati a sciare su 1200 km di piste artificiali. A causa dell’aumento delle temperature stiamo assistendo a uno spostamento della stagione invernale, con un netto accorciamento del periodo in cui si può godere della neve naturale. Al fine di prevenire un decadimento culturale ed economico della comunità locale gli attori pubblici e privati hanno reagito ricostruendo artificialmente “l’inverno”. Da novembre a marzo le Dolomiti cambiano pelle, trasformando i loro panorami mozzafiato in uno sfondo ideale per un immenso parco di neve artificiale.
Tra il 2017 e il 2018, il livello del Mar di Galilea e del Mar Morto è sceso in modo permanente al di sotto della cosiddetta linea rossa e il fiume Giordano si è ridotto ad un rivolo fangoso di acqua torbida. Allo stesso tempo, questi luoghi stanno registrando un aumento della presenza dei turisti. Il cambiamento climatico sta accelerando il processo di riduzione delle risorse delle falde acquifere, peraltro già in corso, rendendo cronica la crisi idrica in quest’area. Paradossalmente, questo settore turistico mostra le sue contraddizioni anche nel luogo per eccellenza privo di acqua: il deserto del Negev, dove hotel e piscine di lusso garantiscono una vacanza meravigliosa, ad ogni prezzo.
Il ghiaccio del circolo polare artico si sta ritirando e, allo stesso tempo, in Canada, Islanda e Groenlandia si registrano temperature sempre più calde. Il cambiamento climatico sta inesorabilmente cambiando l’ecosistema di questa parte del mondo, portando al distaccamento di iceberg sempre più grandi e numerosi. In questo scenario apocalittico, stiamo assistendo a un flusso crescente di turisti che visitano luoghi remoti in Canada per osservare lo scioglimento del Polo Nord – il simbolo del cambiamento climatico – attraverso i numerosi e grandi passaggi degli iceberg. Qui, così come in Groenlandia e Islanda, sono nate agenzie turistiche che offrono pacchetti di viaggio per “toccare con mano” i cambiamenti climatici.
Le Maldive sono il paese più basso del mondo e, a causa del costante aumento del livello del mare, i famosi atolli naturali rischiano di scomparire. Per questo motivo stanno diventando sempre più diffusi finti atolli di isole artificiali oltre a edifici sottomarini che stanno trasformando le Maldive in una sorta di Atlantide. La presenza massiccia dei turisti, il pompaggio della sabbia e l’aumento delle temperature stanno danneggiando l’unica difesa naturale marina tra i più importanti patrimoni del pianeta, la barriera corallina.
Attraverso un linguaggio ironico, questo progetto prova ad analizzare un tema di importanza globale: gli effetti del cambiamento climatico sul nostro stile di vita.
Area sciistica Piz La Ila, La Villa di Badia – Italia
Una coppia di turisti ai margini delle piste imbiancate da neve artificiale.
Il Dolomiti Superski è in grado di innevare artificialmente 1.200 km di piste e può accogliere fino a 630.000 sciatori all’ora. Nonostante l’assenza di neve naturale, negli ultimi anni il flusso turistico è addirittura aumentato.
Area sciistica del Colle della Tognola, San Martino di Castrozza – Italia
Rifugio ai piedi di una pista artificiale; Le Dolomiti (Alpi nord-orientali italiane) sono state inserite nel Patrimonio Naturale dell’Umanità dell’UNESCO dal 2009 e attraggono milioni di turisti ogni anno, rappresentando una risorsa che sostiene l’intero territorio circostante.
Area sciistica Armentarola, Val Badia – Italia
Una motoslitta parcheggiata sotto un albero a causa della mancanza di neve. Nelle regioni alpine le temperature sotto zero sono calate del 10% dagli anni Settanta. Ogni anno quattro giorni in meno con temperature negative.
Area sciistica Armentarola, Val Badia – Italia
Un gruppo di turisti sono trainati da una slitta lungo il letto di un fiume innevato artificialmente. I cavalli avelignesi possono trainare fino a 40 persone contemporaneamente; questo antico mezzo di trasporto collega la remota area sciistica del Lagazuoi con l’Armentarola e tutto il circuito delle Dolomiti.
Area sciistica Gardenaccia, Val Badia – Italia
Passaggio di una seggiovia in un bosco.
Secondo molti gruppi ambientalisti, lo sfruttamento del territorio, la deforestazione, il consumo di energia e di acqua e la necessità di neve artificiale (a causa dei cambiamenti climatici) rendono lo sci alpino uno sport insostenibile con un impatto aggressivo sull’ecosistema.
Area sciistica del Passo Reiterjoch, Valle di Fiemme – Italia
L’area solarium di un rifugio situato ai margini delle piste con neve artificiale. Rispetto ai livelli preindustriali la temperatura media del Pianeta è aumentata di 0,98 °centigradi e la tendenza osservata dal 2000 a oggi fa prevedere che, in mancanza di interventi, potrebbe arrivare a +1,5 °C tra il 2030 e il 2050.
Area sciistica Alpe Cimbra, Folgaria – Italia
Tecnici durante le operazioni di manutenzione di un cannone da neve; 3000 persone sono impiegate nel comprensorio sciistico delle Dolomiti per garantire l’innevamento artificiale di tutti i 1200 km di piste; per evitare un collasso economico, sociale e culturale, le Amministrazioni pubbliche e enti privati hanno reagito ricostruendo artificialmente l’”INVERNO”.
Area sciistica Armentarola, Val Badia – Italia
In alcune aree la neve viene trasportata e posata con il camion per collegare le piste.
Le associazioni ambientaliste lo segnalano da tempo: l’utilizzo del suolo, il disboscamento, il consumo energetico e idrico, la necessità di innevamento artificiale (per colpa dei cambiamenti climatici) rendono lo sci da discesa uno sport non sostenibile, con un impatto aggressivo sull’ecosistema.
Saint Anthony, Terranova e Labrador – Canada
Il Northland Discovery Boat Tours mentre lascia il Greenfell floating Dock. Questa nave può trasportare fino a 45 persone e il costo per un tour di due ore è di 70 dollari canadesi a testa. Questa compagnia offre tre tour in barca al giorno, portando con sé fino a 135 persone e circa 10.000 turisti alla fine della stagione estiva. Grazie agli iceberg l’economia locale si è spostata dalla pesca al turismo.
Saint Lunaire-Griquet, Terranova e Labrador – Canada
Un uomo tiene un pezzo di iceberg prelevato dall’oceano. Il ghiaccio dell’iceberg è particolarmente puro ed è formato da acqua dolce compressa dal peso del ghiacciaio. Secondo alcune stime indicative, un iceberg di medie dimensioni ha una vita di circa 4-6 anni.
Kangia Icefiord, Ilulisat, Jakobshavn – Groenlandia
Una coppia si scatta un selfie con alle spalle il fiordo di ghiaccio di Kangia Ilulissat; questo sito è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2004 per la sua glaciologia unica e la sua eccezionale bellezza naturale. È il primo luogo dell’Artico a essere iscritto nella Lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Contiene uno dei ghiacciai più produttivi al mondo, superato solo dall’Antartide. La produzione annuale del ghiacciaio è di circa 46 km cubi, sufficienti a coprire il consumo di acqua negli Stati Uniti per un anno.
Qeqertarsuaq, Isola di Disko – Groenlandia.
Lo stadio sintetico di Qeqertarsuaq con alcuni iceberg sul retro. A causa delle basse temperature, il campionato di calcio della Groenlandia si gioca in una sola settimana. La fase finale della competizione si è tenuta a dal 5 agosto 2017 al 12 agosto 2017. L’edizione è stata vinta dalla Inuit Timersoqatigiiffiat-79 per la prima volta nella sua storia.
Kangia Icefiord, Ilulisat, Jakobshavn – Groenlandia
Un gruppo di turisti nell’Icefiord, il sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Secondo l’Ufficio Statistico del Turismo della Groenlandia, nel 2017 il numero di visitatori giunti nel Paese in crociera è stato stimato in 27.425 persone (26.732 solo nei mesi di luglio, agosto e settembre). Si tratta di pochi dati rispetto ai maggiori Paesi turistici del mondo, ma rappresentano un numero enorme per la spopolata Groenlandia (55.877 abitanti).
Museo Perlan, Reykyavik - Islanda
Una delle principali attrazioni del Perlan Museum – il Museo delle meraviglie d’Islanda – è la grotta di ghiaccio artificiale. Si tratta della prima al mondo nel suo genere. È lunga 100 metri, costruita con oltre 350 tonnellate di neve proveniente dalle Blue Mountains, una catena montuosa di origine vulcanica situata nel sud dell’Islanada.
Saint Lunaire-Griquet, Terranova e Labrador – Canada.
Un ragazzo nel suo negozio di souvenir dedicato agli iceberg. Vende borse di iceberg a 5 dollari canadesi l’una.
Nel 2017 Harrods Londra ha lanciato Svalbarði “acqua di lusso”. Svalbarði è un’azienda norvegese che seleziona l’acqua Iceberg da 75 € a 390 € per una cassa di sei bottiglie da 750 ml.
Ilulisat, Jakobshavn – Groenlandia
Watcharaphon è un cuoco tailandese impiegato presso l’Honk Kong Café. È andato in Groenlandia per sopperire alla mancanza di lavoratori durante la stagione turistica, ma ora vive a Ilulissat tutto l’anno.
Ein Gedi Hot Spring, Mar Morto – Israele
Il calo progressivo delle acque ha già causato alcuni effetti sull’ecosistema del bacino: in primis, il progressivo allontanamento dalla riva di hotel, stabilimenti e ristoranti che un tempo affacciavano sul mare ed erano meta ambita per i turisti. In questo caso la linea di costa si è spostata di oltre 2 km dallo stabilimento di Ein Gedi, e per tale ragione è stato creato un servizio di trasporto trainato da un trattore.
Ein Gedi Hot Spring, Mar Morto – Israele
Selfie sul Mar Morto;
Il mar Morto è, in realtà, un lago situato fra Israele, Giordania e Palestina, nel deserto della Giudea. Esso sorge nella depressione più profonda della terra ed è il risultato dell’evaporazione millenaria delle sue acque, non compensate dal contributo degli immissari. Oggi il livello del bacino superiore, a nord, è di 415 metri sotto il livello del mare e il divario continua ad aumentare. La caratteristica peculiare è l’estrema salinità delle acque, che non consente forme di vita al suo interno ad eccezione di alcune tipologie di batteri.
Spiaggia di Kaila, Mar Morto - Territori occupati della Palestina
Un vecchio molo caduto in disuso dove è stata collocata un’installazione metallica a forma di pesce.
Secondo gli esperti, dietro il declino vi sono fattori naturali e responsabilità umane, fra cui l’uso estensivo da parte di Israele delle acque del fiume Giordano. A questo si aggiungono gli impianti di estrazione di sale e potassio sulle rive del mare. Non da ultimo poi, vi è da tenere contro dell’estrema fluttuazione delle precipitazioni che hanno ridotto il contribuito di acqua ai fiumi che alimentano il bacino.
Acquapark Safari, Gerico – Territori occupati della Palestina
Due ragazze si infilano nello scivolo d’acqua con il deserto sullo sfondo. Nonostante le difficoltà di importazione dei materiali da costruzione poste dalle autorità israeliane, il numero e le dimensioni dei parchi acquatici a Gerico sono in aumento. Ciò è dovuto al clima sempre caldo, alle difficoltà di aprire un bagno palestinese direttamente sulla riva del Mare, oltre al rapido declino delle acque del Mar Morto.
Mitzpe Ramon, deserto del Negev – Israele
L’esclusiva piscina del Beresheet Hotel. Si trova in una terrazza naturale di roccia con una vista straordinaria sul deserto del Negev. Nonostante la mancanza d’acqua nella zona, questa piscina è considerata “La piscina più fresca del mondo” dalla rivista Travel Agent Central. Per il mantenimento di una piscina di questo tipo sono necessari sino a 280 mila metri cubi di acqua.
Qasr el Yahud, distretto di Gerico – Territori occupati della Palestina
Una pellegrina esce dalle acque dal fiume Giordano. A causa della siccità cronica e del prelievo dell’acqua per usi agricoli, il Giordano è mai un rivolo fangoso.
Qasr el Yahud è il luogo dove cristo fu battezzato da Giovanni Battista.
Il sito moderno è stato riaperto nel 2011 dopo essere stato chiuso dalla Guerra dei Sei Giorni del 1967. Anche se questo sito si trova nei Territori occupati della Palestina, Qasr el Yahud è amministrato dall’Amministrazione civile israeliana e dal Ministero del Turismo israeliano.
Statale n. 90, zona del Mar Morto – Territori occupati della Palestina
Una veduta della costa del Mar Morto, dove sono visibili le precedenti linee della costa, le doline create dopo l’evaporazione dell’acqua e un vecchio veicolo malandato. L’acqua salata che si ritira, espone depositi salini prima immersi. I deflussi delle periodiche alluvioni si infiltrano nel terreno e dissolvono questi depositi di sale, e, senza sostegno, il terreno sovrastante crolla.
Spiaggia di Kaila, Mar Morto – Territori occupati della Palestina
Un turista nigeriano fa il bagno sul Mar Morto. Sullo sfondo si intravede la vecchia linea di costa.
Dagli ultimi rapporti ambientali emerge che il livello delle acque sta diminuendo a un ritmo di un metro e mezzo all’anno e che, negli ultimi 40 anni, il volume complessivo del bacino si è ridotto del 35% (Jordan Geologists Association).
Isola di Hurawalhi, Atollo di Lhaviyani – Maldive
Il signor Zinah Mohamed, cameriere del ristorante subacqueo 5.8, sta preparando i tavoli per la cena. Il 5.8 Undersea Restaurant è il più grande ristorante sottomarino interamente in vetro. Inaugurato nel 2016, il suo nome deriva dalla profondità a cui si trova il ristorante: 5,8 metri (19 piedi) sotto la superficie. Questa enorme costruzione pesa 400 tonnellate e misura 90 metri quadrati.
Isola Crossroads, Akashdoot Sud - Maldive
Una vista aerea di Crossroads Island, il più grande complesso di isole artificiali per turisti delle Maldive. Crossroads è una laguna artificiale lunga 7 km, composta da nove isole bonificate. È gestita da Singha Estate PLC, una società immobiliare con sede in Thailandia, e sviluppata insieme a investitori di Abu Dhabi e Singapore. Il costo dell’investimento per il progetto complessivo è di 696 milioni di dollari. La costruzione di una laguna artificiale lunga 7 km e di nove isole ha un impatto sull’ambiente, perché il progetto ha richiesto una grande bonifica del terreno e un pesante dragaggio.
Bikini Beach, Isola di Maafushi - Maldive
Una donna si rilassa su un’altalena da spiaggia mentre un mobilio abbandonato galleggia lungo la riva.
Alle Maldive non esistono strutture di riciclaggio gestite dallo Stato. Thilafushi è un’isola di rifiuti, dove ogni giorno arrivano circa 800 tonnellate di rifiuti prodotti da Malé e dai resort. Generalmente le isole locali, come Maafushi, ammassano i rifiuti in spiagge a parte, dove vengono scaricati o bruciati. Di conseguenza, le correnti marine diffondono l’immondizia verso l’isola circostante. Tradizionalmente i maldiviani utilizzano le spiagge come discariche, ma la situazione è diventata insostenibile con l’aumento della popolazione, l’elevato utilizzo di plastica da parte del settore turistico e l’uso di articoli non biodegradabili.
Hard Rock Hotel, Crossroads Island, Akashdoot Sud – Maldive
Una fila di sacchi di sabbia è in attesa di essere sistemata lungo la riva per proteggere l’isola dalla costante erosione del mare. Sotto di essi è visibile un gradino generato dalla forte erosione del mare.
Crossroad Island è il più grande complesso di isole artificiali per turisti delle Maldive. Anche se è stata progettata per sostenere un innalzamento del livello del mare fino a 100 cm, l’isola di Crossroad subisce un forte fenomeno di erosione delle coste. Questo evento naturale è più forte quando la barriera corallina è assente o è stata danneggiata, come è accaduto a Crossroad Island.
Isola di Fushifaru, Atollo di Lhaviyani – Maldive
Ali Hamdhoon, 30 anni, si sta godendo le immersioni nel parco giochi sottomarino dell’isola di Fushifaru.
L’isola di Fushifaru è nota per un famoso punto di pulizia delle mante e per la presenza di altri splendidi animali marini. Ma a causa del recente sbiancamento dei coralli, la barriera corallina dell’isola è scomparsa. Per questo motivo il resort ha attuato un programma di ripristino della barriera corallina e ha installato in quest’area un parco giochi subacqueo. L’obiettivo è quello di offrire maggiori opportunità di snorkeling ai turisti.
Bikini Beach, Isola di Maafushi – Maldive
L’erosione crescente del mare sta corrodendo le fondamenta di questa casa abbandonata, situata vicino alla spiaggia di Maafushi Bikini. Questa coppia sta attraversando questo passaggio stretto e scivoloso per raggiungere la zona balneare dove è consentito il bikini.
L’innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici sta causando l’erosione delle spiagge di oltre il 97% delle isole abitate e di circa la metà delle località turistiche. Contemporaneamente sono stati segnalati danni da erosione causati da livelli d’acqua sempre più alti (Ministero maldiviano dell’Edilizia abitativa, dei Trasporti e dell’Ambiente).
Isola di Maadhoo, Ozen Life Maadhoo – Maldive
Il ristorante subacqueo M6M dell’Ozen Resort. Una persona ammira i pesci e la barriera corallina che circonda le finestre del ristorante. Questo blocco di cemento è stato costruito in una buca di 6 metri scavata dall’uomo nella laguna del resort.
Hard Rock Hotel, Isola Crossroads – Maldive
Alcuni turisti si godono questa altalena sull’acqua realizzata nella laguna artificiale dell’Hard Rock Hotel.
Lo sviluppo del progetto di resort integrato multi-isola “CROSSROADS” è il progetto turistico più completo ed esteso delle Maldive. CROSSROADS è lungo sette chilometri e consiste in nove isole bonificate, con un’altitudine media più elevata rispetto alle isole naturali. Anche se la bonifica delle isole potrebbe apparire come una soluzione al problema dell’innalzamento del livello del mare, la vasta scala di questa pratica alle Maldive sta cambiando profondamente l’ecosistema marino locale.
Nel 2021, grazie al premio francese 6mois per il foto-giornalismo, è stato realizzato l’ultimo capitolo, dedicato all’innalzamento del livello del mare alle Maldive. La sezione di questo progetto relativa all’Artico è stata realizzata con il sostegno della Fondazione Yves Rocher.